Metodi tecnologici di surgelazione e inscatolamento per la conservazione del cibo
Come tutti ben sanno, oggi esiste una necessità di base che spinge tutte le persone a conservare ogni bene secondario (case, auto ed oggetti) che primario come ad esempio il cibo.
La tecnologia offre diverse forme di conservazione artificiale degli alimenti, in questi paragrafi esamineremo due dei principali metodi di conservazione tecnologica: il surgelamento e l’inscatolamento.
E’ ovvio che questi due metodi abbiano come fattori basici (al contrario dei metodi tradizionali e naturali di conservazione alimentare), lo sfruttamento di tecnologie che collaborino tra loro come: strumenti elettronici, elettricità, prodotti chimici, apparecchiature, contenitori specifici e così via…
Mentre le metodologie convenzionali classiche di conservazione (naturale) come la essiccazione, la salatura, il freddo naturale, l’affumicazione e la fermentazione, non presentano effetti collaterali per quanto riguarda il consumo dei cibi utilizzati, nella conservazione tecnologica, invece, appare che vi siano effetti collaterali indesiderati che vengono tradotti poi in problematiche anche complesse sotto l’aspetto della salute umana.
Molti conservanti chimici sono spesso stati esaminati ed imputati come cancerogeni, così come svariati episodi di inscatolamento alimentare che favoriscono tutt’oggi lo sviluppo di batteri dannosi per l’organismo umano, all’interno degli stessi contenitori conservativi.
Il fattore energetico degli alimenti ed il loro rapporto nutritivo, viene oltremodo ridotto da questi metodi che modificano radicalmente, in maniera spesso negativa, le qualità nutrizionali degli alimenti.
Descrizione della surgelazione e dell’inscatolamento alimentare
SURGELAZIONE: può far perdere le proprietà nutritive di un cibo fino al 30%, questo avviene perché l’acqua presente nelle cellule dei cibi si dilata molto al momento della sua solidificazione (per mezzo della bassa temperatura), per questo molte cellule esplodono nel vero senso della parola, facendo perdere così all’alimento le sostanze nutritive; questo ha un effetto particolarmente negativo sui cibi di origine vegetale, essendo i più delicati.
Per questa ragione meccanica, quando ad esempio prendiamo un sedano fresco al mercato, mettendolo a paragone di un’altro appena scongelato, noteremo persino a vista delle sostanziali differenze: la verdura scongelata apparirà sottodimensionata, dall’aspetto più fragile e parecchio flaccida; questo è il risultato diretto dell’esplosione delle sue cellule al momento del congelamento.
Una tale rovina a livello strutturale e cellulare di un alimento, avrà conseguenze dirette anche su chi si nutre di quel preciso alimento.
Basti pensare che in chimica, occorre pochissimo per rivoluzionare una struttura, ad esempio modificando la posizione di una sola molecola, l’intera struttura funzionale e fisica di un organismo subisce profonde variazioni.
Oltretutto un pasto creato solo ed esclusivamente da alimenti surgelati, ha un rapporto energetico davvero basso, per questo, i prodotti industriali come paste pronte surgelate, minestroni, zuppe, ecc. contengono tantissimo zucchero, per renderli appetibili ed ingannevoli al palato, senza però redistribuire un nutrimento adeguato all’organismo.
INSCATOLAMENTO: è un processo che occorre in special modo ad eliminare completamente il contatto tra alimento ed ossigeno.
Avviene attraverso l’isolamento dei cibi all’interno di contenitori metallici riscaldati ad alte temperature (circa 250 gradi), quando il cibo si scalda e poi si raffredda all’interno del contenitore, si genera un vuoto che impedisce lo sviluppo di batteri deterioranti.
Tutto questo però comporta indubbiamente alla grave perdita di fattori nutrizionali.
Alcune sostanze perdono addirittura i ¾ del loro rapporto energetico, alcune verdure il 50-70% delle loro vitamine, ma la cosa più innaturale e sconcertante di tutto il processo conservativo di inscatolamento, rimane l’assenza dell’ossigeno.
L’ossigeno in natura così come nel nostro corpo ha il compito di sfiammare, rigenerare, apportare vita e di conseguenza energia; se ci nutriamo di un qualcosa priva di ossigeno e che oltretutto, è rimasta priva di ossigeno magari per molto tempo nel suo barattolo, di certo, non porterà nulla di buono all’interno del nostro organismo.
Noi siamo la conseguenza di ciò che mangiamo, un cibo “morto”, privo di energia, non potrà mai e poi mai apportare benessere, anzi, ostacolerà le nostre corrette funzioni, facendoci unicamente “sopravvivere”.
Consumare cibi sani, provenienti dalla natura e conservati soprattutto con metodi tradizionali è il miglior modo per apportare la giusta energia al nostro prezioso organismo.